Il disturbo post traumatico da stress

Il disturbo post traumatico da stress si sviluppa in seguito a forti traumi, come quello del naufragio della Concordia

di Caterina Steri

Da qualche settimana ad oggi si parla tanto dell’incidente della nave da crociera Concordia, evento che ha avuto sicuramente un forte impatto emotivo, non solo nei confronti di chi lo ha subito. Mi viene da pensare alle innumerevoli conseguenze che un incidente del genere possa aver causato: sociali, ambientali, economiche, familiari… Come psicologa, mi è facile supporre che tra queste ce ne siano alcune colpite da conseguenze psicologiche importanti. Tra le tante, il disturbo post traumatico da stress, che scaturisce infatti, in seguito ad eventi stressanti e traumatici quali catastrofi, incidenti e violenze, anche se l’aver vissuto un’esperienza traumatica non genera automaticamente un disturbo del genere. Questo disturbo viene anche chiamato nevrosi da guerra, perché riconosciuto tra le varie conseguenze sui soldati coinvolti nel conflitto bellico in Vietnam.

Per diagnosticarlo occorre che la presenza dei sintomi compromettano il funzionamento sociale e/o lavorativo della persona e che questi possano essere direttamente correlati ad un evento traumatico che abbia causato orrore, paura intensa o senso di impotenza.

Nelle vittime del disturbo post traumatico da stress si manifestano “il continuo rivivere l’evento traumatico, l’evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, la riduzione progressiva della vivacità intellettiva e sensoriale” (DSM IV R).

Vi è poi un innalzamento dei livelli di ansia, depressione, rabbia, insonnia, incubi, difficoltà a concentrarsi.

Penso alle vittime della Concordia, piuttosto che a quelle delle alluvioni dei mesi precedenti, o dei terremoti, mi viene da rivolgermi a loro dicendo che tutti questi sintomi non sono manifestazione di follia, ma naturale conseguenza dei traumi subiti e che possono essere affrontati e risolti insieme all’aiuto di esperti. Il dolore e la paura possono essere affrontati, associando motivazione e convinzione nella possibilità di superarli.

13 febbraio 2012

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