Le 11 idee irrazionali (o disfunzionali) di Albert Ellis

Il termine “idee irrazionali” viene coniato da Albert Ellis (Ellis, 1957-1962) fondatore della RET, Terapia Razionale Emotiva.
Ellis ha individuato 11 convinzioni disfunzionali che rappresentano ideologie, convinzioni e atteggiamenti correlati ai più importanti disturbi emotivi e comportamentali.

1) Io, essere umano adulto, ho assoluto bisogno (estrema necessità o esigenza) di venire (sempre) amato, stimato e approvato (o almeno non giudicato male – o al minimo ignorato) da tutte le persone (che io ritengo) significative (importanti) del mio ambiente = da tutti quelli che dico io – altrimenti è gravissimo, orribile, terribile, catastrofico.

2) Io devo assolutamente essere (e/o dimostrarmi) sempre perfettamente adeguato, competente e di successo in tutto quello che faccio e sotto ogni rispetto (o almeno in questa cosa specifica, oppure in almeno una cosa) – altrimenti sono indegno di valore = valgo poco o niente.

3) Tutte le persone che dico io (compreso me stesso) devono assolutamente comportarsi (sempre) come mi pare giusto (come dico io) – altrimenti sono intrinsecamente cattive, malvagie e scellerate, e quindi meritano di essere severamente condannate e punite (anche perché così imparano).

4) Tutte le cose devono assolutamente andare (sempre) come piacerebbe a me, come mi sembra giusto che vadano (insomma, come dico io) – altrimenti è inaccettabile, intollerabile, insopportabile (io non lo accetto, non lo tollero, non lo sopporto).

5) La mia infelicità (disagio, ansia, depressione, angoscia, rabbia, eccetera) dipende da cause esterne (o essenzialistiche) e quindi io posso fare poco o niente per cercare di controllare le mie pene e i miei disturbi (varianti: io reagisco così – sono fatto/a così – è la mia natura, il mio carattere, la mia personalità).

6) Siccome può succedere (succedermi) qualcosa di brutto, pericoloso o dannoso allora:
a) mi devo preoccupare in continuazione;
b) devo pensare che succederà (quasi) di sicuro;
c) che succederà nelle forme peggiori;
d) che non ci potrò (non ci si potrà, nessuno ci potrà) mai fare nulla;
e) e che tutto finirà nel modo più orribile, terribile e catastrofico.

7) Se qualcosa mi sembra difficile (perché richiede impegno, fatica, disagio, o una mia assunzione di responsabilità, ovvero mi provoca ansia) allora mi conviene evitarla piuttosto che affrontarla.

8) Io sono debole (insicuro/a, incapace, handicappato/a, emotivamente instabile e facilmente vulnerabile) e quindi ho bisogno di qualcuno più forte a cui appoggiarmi e da cui dipendere – altrimenti non ce la posso fare (a vivere, a esser felice, a lavorare, a muovermi, ecc.).

9) Il mio passato (la mia infanzia, le mie esperienze precoci) è la determinante assoluta delle mie condizioni attuali; e se una volta qualcosa ha avuto una forte influenza su di me, allora continuerà per sempre ad esercitare lo stesso effetto – quindi non c’è niente da fare (la mia personalità, il mio carattere è stato formato in questo modo e quindi non si può cambiare).

10) Se qualcuno (gli altri, tutti gli altri o tutti quelli che dico io) ha qualche problema o disturbo o sofferenza che gli fa fare (dire, pensare o sentire) qualcosa che non mi piace (che mi sembra sconveniente, irragionevole, dannoso, ingiusto, ecc.) allora io mi devo tremendamente sconvolgere per questo motivo.

11) E’ sempre possibile trovare una soluzione perfetta (o avere una sicurezza assoluta, ovvero un controllo completo) di fronte a qualsiasi problema umano, e quindi io la devo assolutamente raggiungere – altrimenti succederanno catastrofi ed orrori.

4 commenti su “Le 11 idee irrazionali (o disfunzionali) di Albert Ellis”

  1. Un “volto” nuovo. Pochi concetti molto chiari, molto decisi, i tuoi. Pochi convenevoli ed eccoti qui. Benvenuta!
    Idee buone, le tue, da provare ad adattare al mio “sistema operativo” per una gestione più gratificante della quotidianità. Visto che ho creato una tribù virtuale di indiani, posso permettermi di dare un nome anche a te?
    Lo faccio: Guerriero Maori.
    Grazie, a presto.
    Senzanome

  2. Noi siamo le scelte che facciamo ,consapevoli o meno . In qualunque momento e in qualunque situazione possiamo decidere che significato dare a ciò che ci succede :se decidiamo che una cosa è bella ci sentiremo contenti ,se decidiamo che una cosa è brutta allora saremo scontenti . Tanto vale decidere che una cosa o una situazione è bella ,la fatica èla stessa ma il risultato è. . Bello .La difficoltà è nel non farsi travolgere dagli eventi ma fermarsi e decidere che la situazione che abbiamo di fronte è gestibile . . Ovvero decidere di dare un significato buono . . Provarci sempre

  3. Non l’avevo letta questa parte. Oggi come oggi non mi riconosco in nessuna delle 11 “perle di saggezza” ma, probabilmente, solo 6 mesi fà, le avrei considerate parecchio autobiografiche. Credo di aver imparato a credere che tutti noi non siamo statici e inerti ma siamo esseri in continua trasformazione e, volenti o nolenti, il bene e il male che ci viene somministrato dal destino e le cose che ci riescono bene, insieme agli errori commessi, ci consentono questa trasformazione, che può essere utile e canalizzata in positivo: una vera crescita evolutiva. Il rischio opposto – negativo/autodistruttivo- è quello di sentirsi statici esseri e inadeguati a far fronte, con adeguata auspicabile sostenibile leggerezza dell’essere, agli eventi quotidiani, dai più banali a quelli più impegnativi. Via i fardelli del passato, via le convinzioni su un Sè che non è sincero (è la nostra rappresentazione “teatrale” e menzoniera di noi)… si può cominciare anche a 40anni a conoscersi, a riconoscersi e a bastarsi con i propri pregi e i propri difetti. Tanto non siamo nessuno comunque: dei puntini nell’universo. Puntini che possono lasciare un bel ricordo, però, e anche qualche traccia (come queste), utile a qualcuno -spero- e non solo a noi stessi. Buon proseguimento a tutti.

  4. Buongiorno
    Ecco questo articolo è il salvagente che il Doc mi ha lanciato,prima mi ha preparato e adesso me lo ha spiattellato in faccia.
    Questo sono io,quindi adesso devo prendere coscienza di quello che c è scritto e cominciare a capire bene se veramente vorrò compiere l ultimo passo,quello della liberazione da queste Idee Irrazionali,o continuare a lamentarmi per il resto della mia vita.
    L’unica domanda che mi sorge è perchè ragiono così?
    Ma la risposta dovrebbe non riguardarmi,li c è scritto già tutto e il contrario di tutto.
    Chi se ne frega del perchè!!!
    Federico smetti di farti domande e comincia a vivere senza pensare,senza programmare,senza controllare sempre tutto.
    Fidati degli altri e abbandonati alla corrente del mare senza per forza continuare a nuotare contro corrente solo ed esclusivamente per paura di stare bene.
    Va beh dopo che mi sono rimproverato per bene ora si vede che lo inizierò a fare o se continuerò a boicottare la terapia.
    Saluti Federico

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