Psicologia Clinica, Psichiatria e Psicoterapia
- Deve saper venire incontro al “non-voler-sapere” del suo paziente, tenendo conto che a suo tempo quello stesso non voler sapere lo riguardò personalmente.
- Deve saper tacere e all’occorrenza parlare per spiegare.
- Sa tollerare la menzogna momentanea che il paziente si ripete, leggendovi il desiderio inconscio sottostante.
- Essendo esposto alla commozione, deve avere un atteggiamento di empatia, senza mai operare con imperturbabilità, distacco, freddezza, masenza perdere il suo stesso equilibrio.
- Deve possedere una profondità di sguardo, una naturale sagacia unita ad una passione per l’ottimismo tale da poterla coltivare nell’altro, contagiandolo incondizionatamente.
- E’ consapevole della fragilità umana, della propria caducità e insufficienza, ma sa valorizzare le potenzialità dell’altro, sottraendosi però a un rovinoso senso di superiorità.
- Conosce se stesso e considera la propria personalità come fattore curativo.
- Sa che ciò che un uomo può fare o essere per un altro uomo, non si esaurisce in forme comprensibili né standardizzabili o uguali per tutti, poiché ogni caso è unico.
- Si ispira a poeti e saggi di tutte le culture e di tutti i tempi.
- Sa che il fattore curativo per eccellenza è l’amore in senso lato, come atteggiamento dell’anima che ci rende vulnerabili e totalmente esposti alla vita, che accade come conseguenza di una rottura del guscio narcisistico, in un movimento di apertura, disvelamento e accoglimento della molteplicità presente in noi stessi, di quell’altro che non sapevamo di essere perché oltre il nostro io limitato e angusto.
Con il contributo di Roberto Ruga