Il sonno dei bambini

I problemi legati al sonno danno spesso origine a preoccupazioni ed incertezze nei genitori. Molte difficoltà del sonno sono semplicemente problemi comportamentali minori mentre altri cambiamenti del sonno sono invece indice di seri disturbi. Una maggiore conoscenza dello sviluppo e degli disturbi del sonno ha una grande importanza al fine di un’accurata diagnosi e di interventi efficaci. Una panoramica descrive i più comuni ed importanti disturbi del sonno nell’infanzia durante il periodo della crescita e dell’adolescenza compresi il sonnambulismo, i risvegli parziali, il respiro disturbato durante il sonno, la narcolepsia e la perdita del sonno e di seconda importanza orari tardi ed eccentrici. Questo capitolo focalizza l’attenzione sulla stretta relazione tra la regolazione del sonno ed il controllo dell’attenzione, delle emozioni e del comportamento. Il fatto che molti bambini ed adolescenti non riescano ad ottenere una quantità di sonno ottimale pone una serie di domande importanti riguardo il crescente numero di problemi comportamentali ed emozionali.

I bambini che soffrono di disturbi del sonno sono spesso disattenti ed iperattivi, e ad alcuni di loro si diagnostica un deficit nell’attenzione o problema di iperattività (ADHD) fino a che non si scopre che soffrono di disturbi del sonno. Comunque non conosciamo il potenziale impatto sul comportamento dei disturbi del sonno. Abbiamo cercato di stabilire se nei bambini con maggiori livelli di disattenzione e di iperattività si possa riscontrare più frequentemente dei sintomi di disturbi della respirazione collegati al sonno (SRBDs) e dei periodici disturbi nei movimenti degli arti (PLMD). Abbiamo osservato i genitori di bambini dell’età compresa tra i 2 fino ed i 18 anni in una clinica di neopsichiatria infantile (n=70) ed in una clinica pediatrica generale (n=73) per valutare il comportamento dei bambini, il loro russare, le lamentele di gambe senza riposo =agitate durante la notte e la sonnolenza diurna. Un convalidato questionario sul sonno, usato in pediatria, fornisce le variabili esplicative, ed una scala per la disattenzione e l’iperattività, presa dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4° edizione (DSM-IV) dà le variabili dipendenti. Si è visto che l’abitudine di russare è più frequente (33%) nei bambini con diagnosi di ADHD che tra gli altri bambini delle cliniche di neopsichiatria infantile o di pediatria generale (rispettivamente 11 e 9%, chi-square test, p=0.01). Un punteggio per il russare che è dato in base alle risposte a 6 domande sul russare e sui SRBD è associate ad un maggiore livello di disattenzione ed iperattività. La lamentela di gambe senza riposo= agitate ed un punteggio composto per la sonnolenza diurna hanno mostrato, anche se con minor evidenza, l’associazione tra disattenzione ed iperattività. L’associazione tra il russare e la disattenzione e l’iperattività suggerisce che gli SRBDs e forse anche altri disturbi del sonno potrebbero essere la causa di disattenzione ed iperattività in alcuni bambini. Se esiste un effetto di causa i nostri dati suggeriscono che l’81% dei bambini che regolarmente russano, affetti da ADHD che rappresentano il 25% di tutti i bambini con ADHD, potrebbero essere curati da questo disturbo se il loro abituale russare e qualsiasi SRBD associato fosse trattato efficacemente.

52 bambini senza significativa irrequietezza nel sonno, visitati in una clinica di primary care (per l’infanzia) per well-child care sono stati paragonati sul temperamento, sullo stile d’educazione usato dai loro genitori, sul loro comportamento diurno e soprattutto sull’irrequietezza nel sonno e poi suddivisi in tre sottogruppi diagnostici identificati in una clinica pediatrica del sonno: bambini con apnea ostruttiva nel sonno (n=33), parasomnias (terrori notturni, sonnambulismo ecc.,) (n=16) e disturbi del comportamento nel sonno (confusione nel porre dei limiti ecc.) (n=31). L’età media dell’intero campione era 5.7 anni. L’emotività del temperamento nel gruppo dei disturbi comportamentali nel sonno era associato ad un livello più alto di irrequietezza nel sonno (p<0.01); la laxness (l’essere lassisti) da parte dei genitori era associata ad irrequietezza nel sonno nella popolazione pediatrica generale (p<0.1); e caratteristiche di temperamento intenso e negativo sembravano essere associate ad irrequietezza nel sonno clinicamente significativa. Stili d’educazione inefficaci e comportamenti diurni scostanti erano più facilmente associati ad un’irrequietezza nel sonno più lieve riscontrata nei bambini in un ambiente di primary care (cura della prima infanzia).

Si sostiene che un’interazione armoniosa con la madre o con colui/colei che accudisce principalmente il bambino (accordo) è critico per lo sviluppo del regolamento delle emozioni. Si è visto che una non disponibilità fisica influisce sul comportamento del bambino nel gioco e sui modelli del sonno. Una situazione creata in laboratorio che prevede da un lato un paradigma di una faccia ferma e dall’altro un temporaneo prendere e lasciare suggerisce che la faccia ferma abbia più effetti negativi sul comportamento di interazione del bambino. Si è visto che cambiamenti nella fisiologia (battito del cuore, tono vagale, livelli cortisol), nel comportamento durante il gioco, negli affetti, nel livello di attività e nell’organizzazione del sonno (così come altre funzioni regolatori come il mangiare ed andare in bagno) persistono per la durata della depressione della madre. Si discute delle differenze individuali (in relazione alla maturità, al temperamento/personalità, al livello di non unione (mismatch) tra la madre ed il bambino).

Dott.Prosperi Donella