L’adolescenza: un pianeta da esplorare e aiutare

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Adolescenti e Genitori

a cura di Emanuela Boldrin
L’adolescenza è una fase che a volte crea intolleranze, ansia, conflitti nella famiglia che non è preparata a gestirla e può provocare incomprensioni e confusione di ruoli.

Il desiderio di ribellione fa parte di uno degli aspetti difficili da accettare nell’adolescente
con le loro richieste di piercing, di capelli biondi o di cellulari nuovi, così come diventa impegnativo ascoltarli nell’importanza della loro delicata sensibilità.

INSEGNARE E DARE RISPETTO

Una prima regola nella corretta educazione da dare ad un giovane è il rispetto delle norme ma anche dei rispettivi bisogni. Rispettare i programmi e le esigenze del ragazzo come fossero importanti tanto quanto i nostri ci sostiene nel far accettare altre indicazioni. Quando si deve scegliere fra la nostra priorità e le loro richieste serve collaborare nella scelta chiedendo loro come si può fare per partecipare alla risoluzione del problema.

In questo modo spesso si ottiene la fiducia ed il riconoscimento delle loro esigenze, senza ricorrere all’imposizione della propria decisione.

RICONOSCERGLI UNO SPAZIO

Quando il ragazzo risponde a monosillabi, evita lo sguardo, sbuffa quando deve condividere qualcosa con gli adulti o si sente minacciato dalle domande inquisitorie del genitore, il messaggio che ci vuole esprimere è quello di ottenere uno spazio. Può essere uno spazio nel senso logistico ad esempio una stanza sua, o del suo tempo magari per navigare solo con la fantasia oppure uno spazio nelle sue aspirazioni come il desiderio di affrontare sfide ed esperienze nuove.

Le domande di cosa fa o ha fatto possono essere interpretate dall’adolescente come una violazione della sua privacy, un controllo delle sue azioni ed è frequente che sbotti o che ci accusi di non fidarci di lui.

Il suggerimento è aggirare l’ostacolo chiedendogli come ha trascorso la giornata, quale è stato il momento più significativo per lui, con quale amico ha giocato ecc. in questo modo si fornisce un ascolto e si conoscono indirettamente tante cose.

ASCOLTARLO

Il genitore spesso si lamenta di non essere ascoltato nei solleciti di studiare, di ordinare le proprie cose, di rispettare gli orari ecc. ma noi siamo proprio sicuri di ascoltarli correttamente e completamente, soprattutto nelle loro emozioni?

A questa età le esperienze vengono vissute in modo amplificato, esiste un’ipersensibilità su tutto, le fasi di innamoramento sono travolgenti, gli impulsi anche ormonali incontrollabili ed emotivamente le delusioni lasciano tracce importanti nella autostima e della sicurezza di sé.

Per questo l’adulto deve impegnarsi ad ascoltare con attenzione le parole dette e l’atteggiamento assunto per aiutare il ragazzo ad arginare le esuberanze e sopire le inquietudini. Le risposte da dare sono di considerare il momento difficile, senza esprimere svalutazioni dei loro sentimenti e magari a creare un ponte fra l’adulto ed il ragazzo accennando alle situazioni simili che da giovani anche il genitore ricorda di aver vissuto.

RESPONSABILITÀ

Può esserci la tendenza nel genitore di avere aspettative maggiori nel senso di responsabilità del figlio o attivare confronti in cui lui era più bravo, più ubbidiente e rispettoso delle regole o nel versante opposto tendere a proteggerlo troppo in una campana di vetro. In questo modo non lo si aiuta ad assumersi le responsabilità.

Occorre educarlo a fare delle scelte e ad accettare le conseguenze delle sue azioni. Questo comporta dargli fiducia, gratificarlo nelle azioni positive e sostenerlo negli insuccessi che possono renderlo insicuro.

COERENZA

Molte insicurezze vengono accentuate nell’adolescente se scivoliamo nei messaggi contraddittori. Le minacce di punizioni non mantenute, le promesse di premi slittate troppo nel tempo, gli atteggiamenti diversi o opposti dei due genitori sulla stessa cosa, sminuiscono il potere contrattuale dell’adulto ed il ragazzo tenderà a sfruttare la posizione più conveniente e si rivolgerà alla persona che gli dà più veloce o soddisfacente ascolto.

Se si promette bisogna mantenere con scrupolosità. Se l’azione è impossibile si rinvia a breve dopo aver sottolineato che anche per noi mantenere i patti è una cosa importante.

RINFORZARE L’AUTOSTIMA

L’adolescente spesso sottolinea i propri limiti e difetti in modo esasperato, un brufolo, essere escluso da una partita o non partecipare ad una festa possono essere vissuti come tragedie o motivi di emarginazione.

E’ bene riconoscere il disagio cercando di ridurlo, rinforzando il fatto che si è ugualmente orgogliosi di lui, che è bravo lo stesso, che gli amici lo accettato lo stesso o che fisicamente piace ugualmente.

COSA FARE DOPO UN CONFLITTO?

Le liti furibonde per l’uso della playstation, per l’acquisto del motorino o per l’uscita con gli amici può creare risentimenti profondi e orgogli reciproci che impediscono di far pace subito o del tutto.

A volte si crea una sfida a chi resiste per più tempo col muso lungo e questo alimenta
sofferenze inutili. La cosa migliore è lasciare solo il tempo necessario per sbollire la rabbia
poi riconciliarsi. La modalità può essere chiedere scusa se siamo noi adulti ad aver reagito con troppa impulsività, riaprire la questione minimizzandola se la cosa è di comune responsabilità analizzandola, o anche lasciare decadere ogni spiegazione e semplicemente riaprire il dialogo decidendo di far pace.

LA QUESTIONE DELLA LIBERTA’

La libertà è un tema dominante nell’adolescenza. Da un lato la paura dei pericoli, dall’altro la voglia di essere autonomi, diventano due lati della medaglia difficili da affrontare con equilibrio. La principale attenzione è mentalmente aprirsi al fatto che il ragazzo sta diventando grande e non è più un cucciolo da accudire.

Limare le sue esuberanze quando si butta nelle esperienze nuove è certamente utile, ma il suggerimento è spingerlo verso l’autonomia anche se lo porta a vivere momenti difficili o delusioni perché lo spronano ad uscirne con le proprie forze, lo prepariamo nella vita ad affrontare anche punizioni o insuccessi.

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